Che legame c’è fra il celebre scienziato Galileo Galilei e la trasmissione “Le Iene”?
Ovvero, ai tempi nostri Galileo l’avrebbe fatta la Iena?
Il famoso scienziato, quattrocento anni orsono, inventò il primo strumento che potè fregiarsi del nome di termometro, meglio definito “misuratore di temperatura”.
Martedi 19 maggio alle “Iene” è stato trasmesso un servizio sull’utilità, nella misurazione della temperatura corporea, dei cosidetti termoscan, definiti con questo termine dei termometri molto in voga in questi ultimi tempi, dal prezzo piuttosto impegnativo. I termoscan misurano la temperatura attarverso raggi infrarossi, senza dover toccare il corpo umano, ma semplicemente avvicinandoli alla fronte della persona.
Per quanto “le Iene” sia una trasmissione che spesso ho reputato più utile ed obiettiva di un tg dell’ora di punta, nella puntata di martedi i giornalisti hanno parlato con superficialità della temperatura corporea.
Il “succo” del servizio era infatti il concetto che, secondo le prove effettuate, il costosissimo termoscan, utilizzato nella medesima persona, effettuasse una misurazione molto lontana da quella rilevata con un banale termometro a mercurio del costo di pochi euro messo sotto l’ascella e che quindi fosse più una trovata pubblicitaria che un misuratore valido.
Il dubbio insinuato non è da poco, visto che gli stessi termoscan venduti dalle farmacie sono utilizzati , da tre mesi a questa parte, agli accessi della maggior parte degli ospedali italiani per dirimere chi può entrare per recarsi nei vari reparti e chi invece viene dirottato al pronto soccorso perché affetto da una sospetta iperpiressia (febbre) che potrebbe essere sostenuta da un virus come il Covid-19.
Quello che non è stato spiegato per bene è che è assolutamente normale che il termoscan ad infrarossi dia una misurazione diversa rispetto ad un termometro a mercurio.
Niente di più vero, ma niente di più normale.
Il giornalista infatti ha omesso di parlare effettivamente di cosa sia la temperatura corporea e di come questa possa variare fisiologicamente sia nell’arco di pochi minuti, o in seguito a determinate situazioni, che poi vedremo, sia se questa viene misurata in regioni diverse del corpo, sia se questa viene misurata sfruttando principi scientifici diversi tra loro.
L’elevarsi del mercurio su una scala, le radiazioni infrarosse emesse dal corpo direttamente o a distanza, sono tecniche completamente diverse fra loro.
Per capire meglio e vedere se esiste una metodica migliore di un’altra per misurare la nostra temperatura, facciamo un passo indietro e partiamo dall’inizio.
Cos’è la temperatura corporea e come si regola?
La temperatura corporea rappresenta l’equilibrio, espresso in gradi centigradi, fra la produzione e la dispersione di calore.
Il centro di regolazione è nel nostro cervello, in una struttura che si chiama ipotalamo.
La temperatura interna al nostro corpo, in base ad un concetto definito omeostasi, rimane pressocchè stabile sui 37 gradi, senza essere influenzata dall’ambiente esterno.
Diversamente, la temperatura sulla superficie cutanea varia molto, sia fra organismi diversi, che nella stessa persona.
La temperatura cambia a seconda dell’età, del genere, dell’attività fisica, del momento della giornata e del momento in cui è attiva la nostra digestione.
Mentre il nostro metabolismo basale, di cui spesso parliamo quando facciamo delle diete, cambia in base al clima, agli ormoni, addirittura anche ai farmaci che prendiamo. Del metabolismo varrebbe la pena parlare in un articolo a parte, in un approfondimento in futuro.
Perchè le Iene hanno sollevato un problema che probabilmente non c’è?
Perchè hanno paragonato strumenti diversi in zone del corpo diverse che non necessariamente devono ottenere la stessa misurazione.
.Se la nostra temperatura ce la regola l’Ipotalamo, è da li che troviamo il reale valore.
Esternamente, la temperatura che più si avvicina a quella dell’ipotalamo è quella rettale.
A partire da quella, le temperature ascellari, del cavo orale e della fronte sono tutte diverse nella stessa persona e nello stesso momento.
La temperatura ascellare ed inguinale oscilla tra i 36 ed i 37°C, risultando superiore di qualche decimo di grado in quest’ultima sede. La temperatura rettale è solitamente pari a 37-37,5°C, circa mezzo grado superiore a quella orale e non subisce interferenze dall’ambiente esterno. La temperatura orale va misurata tenendo stretto il termometro dalle labbra perchè deve aderire bene alla mucosa orale e può essere falsata dall’assunzione di cibo o bevande diversamente calde. La temperatura ascellare deve essere posizionata correttamente e senza la presenza si abiti aderenti.
Insomma… niente di preciso e niente di universale.
Quali sono i termometri che possiamo usare nel 2020?
Fino al 2009, il termometro più utilizzato in assoluto era quello di vetro, con all’interno il mercurio. Una volta bandito, perché il mercurio, se si rompeva accidentalmente il termometro, poteva uscire dal bulbo ed essere pericoloso per il corpo umano, è stato sostituito dal termometro a galinstano, sempre in vetro. Come funziona? Il galinstano si innalza in seguito al riscaldamento del corpo, sfruttando il principio della dilatazione termica. E’ innocuo, semplice ed altamente preciso, ma il vetro risulta poco maneggevole.
Poi sono arrivati i termometri digitali in plastica. Questi strumenti usano dei sensori che modificano la loro resistenza elettrica in seguito alla temperatura. Le modificazioni sono poi convertite in numeri su un display a cristalli liquidi, per mezzo di una resistenza elettrica.
Apparecchi alquanto precisi, spesso sono stati criticati per la poca accuratezza da chi li usa male o è un po’ conservatore, rispetto alle innovazioni. I termometri digitali sono comunque i più usati nei reparti ospedalieri.
Infine i termometri ad infrarossi. Chi ha figli piccoli sa di cosa parliamo, termometri che possono misurare la temperatura avvicinando il sensore all’orecchio o alla fronte e rilevando la temperatura corporea attraverso gli infrarossi emessi dal corpo stesso. Precisa forse no, ma molto pratica, sia quando ci si avvicina ad un bambino addormentato, sia ad un sospetto malato.
Quindi, la misurazione ad infrarossi sulla fronte è diversa da quella ottenuta con il termometro in vetro nel cavo ascellare, sempre. Sapendo che è minore di quella rettale ed ascellare, possiamo comunque arrivare ad una conclusione e quindi anche la misurazione “limite” dei 37.5 gradi ha il suo valore, perchè già ci porta a pensare che nell’ascella avremo una temperatura di almeno 38 gradi, che sono universamente ritenuti i gradi di una sintomatologia febbrile.
Riassumendo, la misurazione ad infrarossi con il termoscan dà fisiologicamente un valore diverso rispetto ad una ottenuta con un termometro di vetro o digitale, ma può essere comunque predittivo e utile per la misurazione della temperatura corporea in un momento in cui i contatti fisici possono fare da tramite per trasportare il virus.
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